DEMA
«L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione.» - Erich Fromm

martedì 31 marzo 2009

Io son d'un'altro avviso



Se è vero che la musica ti cambia l'umore il buon Fabrizio è ispiratore, per lo meno nel sottoscritto di sentimenti violenti.
Se per un giorno potessi essere il Bombarolo avrei la forza di spiegare alla gente le mie ragioni. Restiutirei il terrore, il disordine, il rumore.
Spiegherei a tutti il soffocante sentimento di chi vive la "storia di un impiegato", costretto da un mutuo a rispondere cortesemente al telefono ai peggiori cafoni incravattati.
Risolverei a colpi di tritolo anche quei conflitti interiori di chi aspira ad un mondo migliore sapendo che questo però non esisterà mai al di fuori delle canzoni e dei sentimenti rivoluzionari. Risponderei alle persone che ti guardano dicendoti che ci sono passati tutti, che la gavetta l'hanno fatta anche i grandi, che ci sono persone che si sono fatte da sole faticando con una smorfia uno sputo e accendendo un miccia. La miccia di quel tritolo che se non puo cambiare in meglio la società puo per lo meno distruggerne i peggiori elementi.

lunedì 30 marzo 2009

Come un anomalia, come una svista



Genova, 28-03-09

Quando sono partito da Milano avevo un vecchio ricordo di Genova, falsato dagli anni che lo hanno fatto sbiadire. Ora Genova ha una metropolitana, sembra sempre più simile ad una grande città di mare. Ma ovviamente la Genova delle Canzoni di Fabrizio de Andrè è quella fatta di ciotoli, strettissimi carruggi, odore di piscio misto a salsedine. In questi giorni i carruggi genovesi sono presi d'assalto da un fiume di persone che sono li per una ragione precisa. Per un pellegrinaggio. Quasi come si fa con i santi, perchè in fondo de Andrè è nel costume degli italiani come un "santo laico". Ci sono persone di tutte le età, questo a conferma del fatto che anche i piu giovani, il popolo di X-factor e Amici, resta curioso circa la vita di una persona che ha cambiato per sempre la musica italiana. Non sono però tutti accaniti fan del cantautore genovese, passeggiando fuori da palazzo ducale si sentono i commenti delle persone appena uscite dalla mostra. "Troppo buia", "troppo pessimista", "troppo anarchica e incentrata sui poveracci". In effetti De Andrè è un cantante popolare, ma non è per tutti. Una persona può ascoltare Khorakanè, la stupenda canzone che parla dei Rom, e giudicarla una stupenda canzone, ma poi nel significato della canzone c'è qualcosa che ci infastidisce. Ci si dimentica in un secondo la dimensione "romantica" dello zingaro pensando agli zingari che vediamo nelle nostre città arroccate in baraccopoli. De Andrè era oltre. Preferiva un ladro ad un banchiere e non è semplice arrivare a questa visione da cittadino del nostro tempo. Sono troppi i pregiudizi di cui ci tocca spogliarci. Fabrizio è nato senza probabilmente. L'uomo che diceva "Per me Genova ha la faccia di tutti i poveri cristi che ho incontrato nei carruggi". Lui che era parte della Genova bene, lui che ha lasciato gli studi e il lavoro che il padre avrebbe voluto per lui, per scrivere canzoni. Per scrivere per quelle persone che erano dimenticate dalla società. Generalmente le persone in giovane età si sentono rivoluzionarie, aderiscono a idee libertarie, poi col passare dei tempi si "ammortizzano" sulla società. La rivoluzione? Oggi no domani non so, ma dopodomani sicuramente!!!
De Andrè col passare del tempo si è sempre piu radicato su questa posizione di cantore degli ultimi.
Visitando la mostra infine ci si rende conto di quanto essa riporta Fabrizio all'umanità. Lo spoglia parzialmente di quel vestito da poeta della canzone, da cantore libertario che negli ultimi anni gli è stato cucito addosso. Ci sono interviste, scritti personali usciti direttamente dalla penna del cantautore, aspetti della vita quotidiana e testimonianze dei collaboratori e degli amici che lo rendono terreno. Inoltre l'interattività dell'esposizione non relega il visistatore negli spazi soliti della mostra. Qui si può toccare, sentire, scegliere. E' come se qualcuno ci abbia aperto la stanza privata di Fabrizio permettendoci di curiosarci dentro. E' intimo.
Anche se non si ritiene De Andrè il poeta della canzone, anche se lo spirito non è quello del pellegrinaggio, forse peraltro un po' ostentato di alcuni visistatori, vale sicuramente la pena di vedere questa esposizione su uno dei personaggi più controversi della musica italiana, il primo degli ultimi, il poeta degli oppressi, o semplicemente Fabrizio de Andrè, quello che parlava con le "graziose" di Via del Campo.

venerdì 27 marzo 2009

INSISTO



Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po' sessantottista
da un po' di tempo ambientalista
qualche anno fa nell'euforia mi son sentito
come un po' tutti socialista.

Io sono
un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale sono progressista
al tempo stesso liberista
antirazzista
e sono molto buono
sono animalista
non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po' controcorrente
son federalista.

Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta,
il conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.

Il conformista
è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza,
il conformista s'allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune
che vive di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando
il conformista
il conformista.

Io sono
un uomo nuovo
e con le donne c'ho un rapporto straordinario sono femminista
son disponibile e ottimista
europeista
non alzo mai la voce
sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po' non so perché mi son trovato
cattocomunista.

Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall'informazione
è il risultato di una specie
che vola sempre a bassa quota in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato,
vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi
il conformista
il conformista.

Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista sono il nuovo conformista.

giovedì 26 marzo 2009

Questione di rispetto

La vera storia di Berlusconi e Dell'Utri Atto Primo.

Caro Presidente Berlusconi,

le scrivo questa per palesare il mio stupore di fronte alle sue dichiarazioni.

"Spero che i licenziati si trovino qualcosa da fare".
Questo è quello che la stampa scrive riportando le Sue parole in merito ai licenziamenti dovuti alla crisi. Spero che questi giornalisti si siano sbagliati, che abbiano interpretato male in buona fede o che abbiano volutamente e in malafefe scritto queste cose in quanto comunisti manipolati. Quindi nella migliore delle tradizioni liberofasciste della repubblica italiana mi aspetto una sdegnata smentita come siamo oramai abituati a sentire dalla sua presidenzialissima bocca.
E se cosi non fosse ci tengo a farle sapere che io sono dalla sua parte. Anche io credo che il licenziato si debba trovare un altro lavoro. Siamo in Italia il paese del "tanto ci si arrangia" ma anche il paese dei fannulloni, quello dei coglioni di sinistra quello di quelli che non hanno voglia di lavorare. Io sono un giovane e credo che a tutti i giovani potrebbe essere utile la meravigliosa storia di un uomo che si è fatto da solo. L'escalation professionale di una persona che ha raggiunto tutto e l'ha fatto suo. Pertanto mi prendo la licenza di elencare i Suoi successi professionali che serviranno da esempio ai nullafacenti cassintegrati italiaci:

1936. Nasce a Milano il 29 settembre, primo di tre figli (due maschi e una femmina) di Luigi Berlusconi, impiegato alla Banca Rasini, e Rosa Bossi, casalinga.

1954.Prende la maturità classica al liceo salesiano Copernico e s'iscrive all'Università Statale, facoltà di Giurisprudenza. A tempo perso, vende spazzole elettriche porta a porta, fa il fotografo ai matrimoni e ai funerali, suona il basso e canta nella band dell'amico d'infanzia Fedele Confalonieri (anche sulle navi da crociera).

1957. Primo impiego saltuario nella Immobiliare costruzioni.

1961. Si laurea in legge con 110 e lode, a Milano: tesi sugli aspetti giuridici del contratto pub- blicitario, e vince una borsa di studio di 2 milioni messa in palio dalla concessionaria Manzoni. Evita, non si sa come, il servizio militare. E si dà all'edilizia, acquistando un terreno in via Alciati, grazie alla garanzia fornitagli dal banchiere Carlo Rasini, che gli procura anche un socio, il costruttore Pietro Canali. Nasce la Cantieri Riuniti Milanesi.

1963. Fonda la Edilnord Sas: soci accomandanti Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico (per la misteriosa finanziaria luganese Finanzierungesellschaft für Residenzen Ag). Nel 1964 apre un cantiere a Brugherio per edificare una città-modello da 4 mila abitanti. Nel 1965 è pronto il primo condominio, di cui però non riesce a vendere nemmeno un appartamento. Poi, non si sa come, riesce a venderlo al Fondo di previdenza dei dirigenti commerciali.

1973. Fonda la Italcantieri Srl, grazie ad altre due misteriose fiduciarie ticinesi, la Cofigen (legata al finanziere Tito Tettamanti) e la Eti AG Holding (amministrata dal finanziere Ercole Doninelli). Acquista ad Arcore, grazie ai buoni uffici dell'amico Cesare Previti, la villa Casati Stampa con tutti i terreni ad Arcore, a prezzo di superfavore. Previti infatti è pro-tutore dell'unica erede dei Casati Stampa, la contessina dodicenne Annamaria, e contemporaneamente amico di Silvio e in affari con lui.

1974. Grazie a due fiduciarie della Bnl, la Servizio Italia e la Saf, nasce l'Immobiliare San Martino, amministrata da un ex compagno di università, Marcello Dell'Utri, palermitano. In un condominio di Milano 2 nasce una tv via cavo, Telemilano 58, che passerà ben presto all'etere col nome di Canale 5. Berlusconi si trasferisce con la famiglia a villa Casati, affiancato dal boss mafioso Vittorio Mangano, assunto in Sicilia da Dell'Utri come "fattore", cioè come amministratore della casa e dei terreni. Mangano lascerà Arcore soltanto un anno e mezzo - due anni più tardi, in seguito a due arresti e a un'inchiesta a suo carico per il sequestro di un ospite della villa amico di Berlusconi.

1975. Le due fiduciarie danno vita alla Fininvest. Nascono anche la Edilnord e la Milano 2. Ma Berlusconi non compare mai: inabissato e schermato da una miriade di prestanomi dal 1968 al 1975, quando diventa presidente di Italcantieri, e al 1979, quando assumerà la presidenza della Fininvest.

1978-1983. Riceve circa 500 miliardi al valore di oggi, di cui almeno una quindicina in contanti, per alimentare le 24 (poi salite a 37) Holding Italiana che compongono la Fininvest, di cui si ignora tutt'oggi la provenienza. Sono gli anni della scalata di Bettino Craxi, segretario del Psi dal 1976, al potere e della sua ascesa al governo.

1978. Si affilia alla loggia massonica deviata e occulta "Propaganda 2" (P2) del maestro venerabile Licio Gelli, a cui è stato presentato dal giornalista Roberto Gervaso. Tessera numero 1816. Di lì a poco comincerà a ricevere crediti oltre ogni normalità dal Monte dei Paschi e dalla Bnl (due banche con alcuni uomini-chiave affiliati alla P2). E inizierà a collaborare, con commenti di politica economica, al "Corriere della Sera", controllato dalla P2 tramite Angelo Rizzoli e Bruno Tassan Din. La P2 verrà poi sciolta, in quanto "eversiva", con un provvedimento del governo Spadolini.

1980. Berlusconi fonda, con Marcello Dell'Utri, Publitalia 80, la concessionaria pubblicitarie per le reti tv. Conosce l'attrice Veronica Lario, al secolo Miriam Bartolini, che recita in uno spettacolo al teatro Manzoni di >Milano senza veli. Se ne innamora. La nasconde per tre anni in un'ala segreta della sede Fininvest in Via Rovani a Milano. Poi la donna rimane incinta e nel 1984, sempre nel segreto più assoluto, partorisce in Svizzera una bambina, Barbara. Berlusconi la riconosce. Padrino di battesimo, Bettino Craxi.

1981. I giudici milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone, indagando sui traffici del bancarottiere mafioso e piduista Michele Sindona, trovano gli elenchi degli affiliati alla loggia P2. Ma Berlusconi non subisce danni dallo scandalo che travolge il governo, l'esercito, i servizi segreti e il mondo del giornalismo.

1984. Berlusconi acquista l'emittente Rete 4 dalla Mondadori: ormai è titolare di tre network televisivi nazionali, e può entrare in concorrenza diretta con la Rai. Ma tre pretori, di Torino, Pescara e Roma, sequestrano gli impianti che consentono le trasmissioni illegali di programmi in "interconnessione", cioè in contemporanea su tutto il territorio nazionale. Craxi vara un decreto urgente (il primo "decreto Berlusconi") per legalizzare la situazione illegale. Ma il decreto non viene convertito in legge perché incostituzionale. Craxi ne vara un altro (il secondo "decreto Berlusconi"), minacciando i partiti alleati di andare alle elezioni anticipate in caso di nuova bocciatura del decreto. E nel febbraio '85 il decreto sarà approvato, dopo che il governo avrà posto la questione di fiducia.

1989-1991. Lunga battaglia fra Berlusconi e De Benedetti per il controllo della Mondadori, la prima casa editrice che controlla quotidiani (La Repubblica e 13 giornali locali), settimanali (Panorama, Espresso, Epoca) e tutto il settore libri Grazie a una sentenza del giudice Vittorio Metta, che il tribunale di Milano riterrà poi comprata con tangenti dall'avvocato Previti per conto di Berlusconi, il Cavaliere strappa la Mondadori al suo concorrente. Una successiva mediazione politica porterà poi alla restituzione a De Benedetti almeno di Repubblica, Espresso e giornali locali. Tutto il resto rimarrà a Berlusconi.

1990. Il Parlamento vara la legge Mammì, fra le polemiche: Berlusconi può tenersi televisioni (nel frattempo è entrato anche nel business di Telepiù) e Mondadori, dovendo soltanto "spogliarsi" de Il Giornale (che viene girato nel '90 al fratello Paolo).


1994. Berlusconi, ormai orfano dei partiti amici, travolti dallo scandalo di Tangentopoli, entra direttamente in politica, fonda il partito di Forza Italia, vince le elezioni politiche del 27 marzo alla guida del Polo delle Libertà e diventa presidente del Consiglio. Il 21 novembre viene coinvolto nell'inchiesta sulle tangenti alla Guardia di Finanza. Il 22 dicembre è costretto a dimettersi, per la mozione di sfiducia della Lega Nord, che non condivide più la sua politica sociale e preme per la risoluzione del conflitto d'interessi.

1996. Berlusconi, indagato nel frattempo anche per storie di mafia, falso in bilancio, frode fiscali e soprattutto corruzione giudiziaria insieme a Previti, si ricandida alle elezioni politiche, ma perde. Vince il candidato del centrosinistra (Ulivo), Romano Prodi. Trascorrerà 5 anni all'opposizione, alle prese con una serie di inchieste giudiziarie e di processi, conclusi con diverse condanne in primo grado, poi trasformate in prescrizioni e (raramente) in assoluzioni in appello e in Cassazione.

Seguono dunque due governi Berlusconi e la sua personale e odierna aspirazione a diventare presidente della repubblica.
Grazie Presidente, lei è un esempio per tutti noi.
I maligni potrebbero dire che lei è l'esempio di quell'Italia che si muove nell'illegalità, che fa affari con mafiosi e criminali, che compra la politica, un cancro della democrazia, un raccomandato e un raccomandante, più che altro un mandante.
Io invece no, io sono un suo fan, sono un sostenitore di questo Popolo delle Libertà, sono un popolano dei Gazebo, Viva la libertà, lei è un esempio di libertà, nonostante tutte le accuse, ingiuste che le muovono lei è ancora in libertà.

GRAZIE DEI PREZIOSISSIMI CONSIGLI PRESIDENTE!!

martedì 24 marzo 2009

RIVENDICO IL DIRITTO DI ESSERE CONTRO

Sono Italiano. Per nascita non per scelta.
Sono del Nord Italia, sempre per nascita e non per scelta.
Sono Democratico, sempre per nascita non per scelta.
Voto a Sinistra, forse non per nascita ma sicuramente non per scelta.

E' questo il problema di questo popolo annoiato. La gente adora scegliere.
Allora tra chi sceglie il nuovo colore di moda quest'anno e chi sceglie chi eliminare dalla casa del grande fratello, la gente si arrangia come puo.
Il gioco inventato in questi anni si chiama TELEVOTO.
Il Televoto è un democratico sistema del pubblico per decidere dell'inutile.
Il Burattinaio manovra il diritto di scelta delle persone su cose completamente marginali nel mondo, come per esempio, chi vince il festival dell'italica canzone o se votare destra o sinistra.
La gente di identifica nella parte che sceglie come fosse una partita di calcio. Non importa il motivo, è la maglia che amiamo.
La maglia dell'Italiano è sporca di sugo, ignoranza, provincialismo e razzismo. Ma siamo gli azzurri o no??
E allora come fossimo ai mondiali, non scegliamo di tifare l'Italia, siamo semplicemente Italici per nascita e non si può far altro che tifare il tricolore.
Ecco io ho deciso di autodenunciarmi.
Io NON TIFO L'ITALIA.
Non sono codardo, non sono ingrato ne immigrato, non sono comunista internazionalista. Forse qualunquista, può darsi. SONO SEMPLICEMENTE STANCO DI "ESSERE PER NASCITA" io voglio "ESSERE" PER SCELTA.

Per questo rivendico il diritto di essere contro. Contro tutto questo sistema intento a donare al popolo il potere di votare per scegliere niente.

I
O SONO CONTRO

lunedì 23 marzo 2009

Parole Comprate



Occorre riappropriarsi delle parole.

Ci sono parole che non le si puo dire. Qualcuno le ha comprate. Le ha comprate e le usa come vuole. Noi le parole le svendiamo. Le abbiamo svendute in cambio di qualche ritornello e di qualche culo da guardare in diretta tv dalla casa del grande fratello.

Le parole non dovrebbero essere in vendita. Il dizionario è una cosa seria. Le parole hanno un significato perchè tutti gli danno lo stesso significato. Perchè tutti le dicono. Non si devono vendere le parole. Altrimenti, nella migliore delle ipotesi cambiano significato. Nella peggiore te le levano e basta.

IL POPOLO E' UN BAMBINO

l popolo è un bambino.
Fa tante domande e tu non gli puoi dire la verità sennò quello ti mette in difficoltà.
Per esempio io c'ho un figlio, si chiama Robertino Casoria, è il peggiore della classe.
Mi ha detto "papà cosa sono i terroristi?"
Io gli ho voluto dire la verità, gli ho detto: "Ti ricordi quando eri bambino? A Natale ti ho detto che sarebbe arrivato Babbo Natale.
Tu sei un bambino intelligente e non ci hai creduto.
Ma poi la notte io sono andato a mettere i regali sotto l'albero e la mattina appresso quando li hai visti hai incominciato a credere che li aveva portati Babbo Natale. Hai pensato che se c'è il regalo significava che c'è anche il barbone che lo porta con le slitte, con le renne.
E invece ero sempre io.
E i terroristi sono la stessa cosa. Qualcuno ti dice che ci sono i terroristi e tu non ci credi.
Poi scoppia 'na bomba, crollano un paio di grattacieli
e tutti pensano che se c'è l'attentato significa che ci stanno anche i terroristi che l'hanno fatto...
ma è tutta una bugia, è sempre papà che zitto zitto di notte fa scoppiare le bombe e poi da' la colpa ai terroristi" .
E mio figlio mi fa:
"l'amico mio Pancotti Maurizio - che Robertino frequenta
un bambino ciccione che è insopportabile e secondo me è pure un po' deficiente – m’ha detto “­Pancotti Maurizio dice che questa cosa si chiama strategia della tensione!"
Allora io gli ho risposto "l'amico tuo Pancotti Maurizio è comunista!
E lo sai perché è così ciccione? Perché i comunisti si mangiano i bambini. Stai attento quando vai a fare la merenda da lui perché ti si mangia!"
E mio figlio Robertino ha cominciato a tremare.
Per una settimana non è più uscito di casa.
Gli ho fatto fare tutto quello che volevo, gli dicevo "lava la macchina! Metti a posto la stanzetta! Portami le ciabatte!", lui mi ubbidiva come un cagnolino. Perché si governa con la paura.
E il popolo è uguale.
Il popolo è un bambino.
Se vuoi che non si perda nel bosco gli devi dire che c'è il lupo cattivo, l'uomo nero!
I terroristi, l'arabi col barbone, i pirati della Malesia. Ogni tanto insomma bisogna cambiare, fare la rotazione.
Il diavolo, gli zombie, il mostro di Loch Ness, il bocio, i marziani, i fantasmi.
Il popolo è un bambino.
Se gli metti paura ti porta le ciabatte, ti lava la macchina.
Il popolo è un bambino.
Se gli metti paura ti ubbidisce subito.
Il popolo è un bambino e si governa con la paura.

venerdì 20 marzo 2009

Tu vuo fa' l'americano

Metti che un presidente abbronzato vince le elezioni.
Metti che nella campagna elettorale ha comunicato come non si era mai visto.
Metti che alle primarie del partito ha battuto le famiglie potenti degli Stati Uniti.
Metti che questo presidente abbia un'idea geniale sulla comunicazione con i paesi che fino a poco fa erano ostili.
Metti che questo Presidente vanti il maggior numero di patetici tentativi di imitazione da parte di tutti i politici.
Metti che questa ventata di "nuovo" arrivi da uno dei paesi piu conservatori.
Con tutti questi presupposti si potrebbe asserire che:
1. Non è piu cosi schifoso essere americano.
2. Non è vero che è impossibile cambiare la società
3. Non è vero che bisogna avere trentennale esperienza per governare un paese.
4. Sono nato nel paese sbagliato
5. La politica riformista fatta all'italiana è solo una cosa da copertina patinata
6. La fine di un era parte dalla distruzione dei modelli precedenti
7. Chi fa le riforme in Italia è chi invece non dovrebbe farle

Non so cosa abbia di sbagliato il nostro paese. Sta di fatto che l'unico sentimento possibile in questi periodi per una persona che non è attaccata al suo territorio da millenarie leggende celtiche o appartenenza religiosa è EMIGRAZIONE.

giovedì 19 marzo 2009

QUANDO E' MODA E' MODA

QUESTO POST NON HA BISOGNO DI COMMENTI. E’ IL MIO MANIFESTO

Mi ricordo la mia meraviglia e forse l’allegria
di guardare a quei pochi che rifiutavano tutto
mi ricordo certi atteggiamenti e certe facce giuste
che si univano come un’ondata che rifiuta e che resiste.
Ora il mondo è pieno di queste facce, è veramente troppo pieno
e questo scambio di emozioni, di barbe, di baffi e di kimoni
non fa più male a nessuno.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Non so che cosa è successo a queste facce, a questa gente
se sia solo un fatto estetico o qualche cosa di più importante
se sia mio ripensamento o la mia mancanza di entusiasmo
ma mi sembrano già facce da rotocalchi o da ente del turismo.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E visti alla distanza non siete poi tanto diversi
dai piccolo borghesi che offrono champagne e fanno i generosi
che sanno divertirsi e fanno la fortuna e la vergogna
dei litorali più sperduti e delle grandi spiagge della Sardegna.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E anche se è diverso il vostro grado di coscienza
quando è moda è moda, non c’è nessuna differenza
tra quella del playboy più sorpassato e più reazionario
a quella sublimata di fare “la comune” o un consultorio.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Io per me, se c’avessi la forza e l’arroganza
direi che sono diverso e quasi certamente solo
direi che non riesco a sopportare le vecchie assurde istituzioni
e le vostre manie creative, le vostre innovazioni.

Io sono diverso, io cambio poco, cambio molto lentamente
non riesco a digerire i “corsi accelerati” da Lenin a l’Oriente
e anche nell’amore non riesco a conquistare la vostra leggerezza
non riesco neanche a improvvisare o fare un po’ l’omosessuale tanto per cambiare.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E siete anche originali, basta ascoltare qualche vostra frase
piena di nuove parole, sempre più acculturate, sempre più disgustose
che per uno normale, per uno di onesti sentimenti
quando ve le sente in bocca avrebbe una gran voglia che vi saltassero i denti.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Io per me, se c’avessi la forza e l’arroganza
direi che non è più tempo di fare mischiamenti
che è il momento di prender le distanze, che non voglio inventarmi più amori
che non voglio più avervi come amici, come interlocutori.

Sono diverso e certamente solo.
Sono diverso perché non sopporto il buon senso comune
ma neanche la retorica del pazzo
non ho nessuna voglia di assurde compressioni
ma nemmeno di liberarmi a cazzo
non voglio velleitarie mescolanze con nessuno
nemmeno più con voi
ma non sopporto neanche la legge dilagante del “fatti i cazzi tuoi!”

Sono diverso, sono polemico e violento
non ho nessun rispetto per la democrazia
e parlo molto male di prostitute e detenuti
da quanto mi fa schifo chi ne fa dei miti
di quelli che mi diranno che sono qualunquista, non me ne frega niente
non sono più compagno, né femministaiolo militante
mi fanno schifo le vostre animazioni, le ricerche popolari e le altre cazzate
e, finalmente, non sopporto le vostre donne liberate
con cui voi discutete democraticamente
sono diverso perché quando è merda è merda
non ha importanza la specificazione…

autisti di piazza, studenti, barbieri, santoni, artisti, operai, gramsciani
cattolici, nani, datori di luci, baristi, troie, ruffiani, paracadutisti, ufologi…

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

GRAZIE SIGNOR G!!!