DEMA
«L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione.» - Erich Fromm

sabato 20 febbraio 2010

SANREMO 2010

Sabato 20 febbraio .. mio malgrado mi ritrovo a guardare il festivàl della canzone italiana .. (tutto minuscolo non a caso).

Non si tratta di un festival, semmai un varietà. Non si tratta di canzoni .. non so di cosa si stia parlando... e italiano lo scrivo minuscolo perchè mi vergogno già di scrivere italiano figurarsi di aggiungerci la maiuscola.

Quest'anno comuqnue molte novità a parte la lotteria che regala soldi a chi guarda, ci sono nuovi sistemi di voto.

Orchestra piu pubblico televotante sembra la formula. Ma veniamo al dunque. Sua Maestà il sott'aceto reale Emanuele Filiberto. Ora, già mi fa molto ridere che il canale ammiraglio della tivù di stato che dovrebbe essere baluardo della gran republica faccia salire sul suo palco sto tizio.
1. Ma dove cazzo ha cantato il deficiente?
2. Suo padre sparava a turisti tedeschi dal balcone o sbaglio?
3 E' o no nipote o pronipote o comuqnue parente di gente che ha consegnato l'italia in mano ai fascisti?

Sul palco in ogni caso lo presentano come Principe.. ma di chè?? Io credevo ci fosse la democrazia in italia. In realtà sapevo bene che non vige un sistema democratico qui in italia ma non credevo che si trattasse di una monarchia. Considerato che il sottoscritto considera gente come Gaetano Bresci un eroe mi chiedo perchè non li abbiano fucilati i savoiardi anzichè esiliarli. Ma l'errore è fatto, il sottaceto rientra e noi ce lo dobbiamo sucare. Ma la democrazia cammina cosi. TELEVOTANDO. E nonostante l'orchestra contesti strappando gli spartiti gridando e dissociandosi dalla decisione Il Principe va in finale.
Ora è interessante notare. 3 canzoni in finale.
1. Marco Mengoni (Chi??? Quello che ha vinto X-factor noto programma di mostri musicali a partire da chi fa il giudice)
2. Valerio Scanu (ARICHI???? Quell'altro che arriva da Amici, il polpettone "artistico" che crea imbarazzanti personaggi che poi si fregiano del mestiere e del titolo dell'artista)
3. Pupo, Emanuele filiberto e "Onestamentenonsochisia" (Tenore) quelli di cui sopra. Chiacchierati partecipanti del festival.
Alla gente interessano i reality show il baccano mediatico. (NANI E PUTTANE un misto tra il circo e un bordello).
In ogni caso adesso rimarrò sveglio a guardare la fine del festival. Voglio tifare per il Sottaceto Reale. Vorrei che vincesse il festival, che per altro ho apprezzato per tutto il resto, la clerici è meno stronza di tutti i presentatori che hanno calcato quel palco compreso il tanto compianto (non dal sottoscritto) Bongiorno.
Vorrei che vincesse il festival con questa canzone patriottica e commovente e vorrei che la gente si convincesse che la nazione si sta barricando su sentimenti idioti come il patriottismo, che gli imbarazzanti sono quelli che vincono e che rientrano in italia fregiandosi di titoli che non esistono e che abbiamo un grande grande grande problema.
Ora, mentre scrivo. Al festival della canzone sta parlando scaiola in replica a bersani.... peccato solo per il grande assente della serata. Osama Bin Laden.

venerdì 12 febbraio 2010

Eccoci di nuovo signori e signore

C'entra poco con le mie vicende personali .. ma è il "motivetto" che ho in testa nei momenti in cui ODIO. Ma alcuni passaggi vanno bene anche per voi.


Mi ricordo la mia meraviglia e forse l'allegria
di guardare a quei pochi che rinunciavano a tutto;
mi ricordo certi atteggiamenti e certe facce giuste
che si univano in un'ondata che rifiuta e che resiste.
Ora il mondo è pieno di queste facce
è veramente troppo pieno
e questo scambio di emozioni, di barbe, di baffi e di chimoni
non fa più male a nessuno.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Non so cos'è successo a queste facce, a questa gente
se sia solo un fatto estetico o qualche cosa di più importante,
se sia un mio ripensamento o la mia mancanza di entusiasmo
ma mi sembrano già facce da rotocalchi,
o da Ente del Turismo.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E visti alla distanza non siete poi tanto diversi
dai piccolo-borghesi che offrono champagne e fanno i generosi
che sanno divertirsi e fanno la fortuna e la vergogna
dei litorali più sperduti e delle grandi spiagge
della Sardegna.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E anche se è diverso il vostro grado di coscienza
quando è moda è moda non c'è nessuna differenza
fra quella del play-boy più sorpassato e più reazionario
a quella sublimata di fare una comune
o un consultorio.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Io per me se c'avessi la forza e l'arroganza
direi che sono diverso e quasi certamente solo
direi che non riesco a sopportare le vecchie assurde istituzioni
e le vostre manie creative, le vostre innovazioni.

Io sono diverso,
io cambio poco, cambio molto lentamente
non riesco a digerire i corsi accelerati da Lenin all'Oriente
e anche nell'amore non riesco a conquistare la vostra leggerezza
non riesco neanche a improvvisare e a fare un po' l'omosessuale
tanto per cambiare.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E siete anche originali, basta ascoltare qualche vostra frase
piena di parole nuove sempre più acculturate, sempre più disgustose
che per uno normale, per uno di onesti sentimenti
quando ve le sente in bocca avrebbe una gran voglia
che vi saltassero i denti.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Io per me se c'avessi la forza e l'arroganza
direi che non è più tempo di fare mischiamenti,
che è il momento di prender le distanze
che non voglio inventarmi più amori
che non voglio più avervi come amici, come interlocutori.

Sono diverso e certamente solo
sono diverso perché non sopporto il buon senso comune
ma neanche la retorica del pazzo
non ho nessuna voglio di assurde compressioni
ma nemmeno di liberarmi a cazzo
non voglio velletarie mescolanze con nessuno
nemmeno più con voi
ma non sopporto neache la legge dilagante
del "fatti i cazzi tuoi".
Sono diverso, sono polemico e violento
non ho nessun rispetto per la democrazia
e parlo molto male di prostitute e detenuti
da quanto mi fa schifo chi ne fa dei miti
Di quelli che diranno che sono qualunquista non me ne frega niente:
non sono più compagno né femministaiolo militante,
mi fanno schifo le vostre animazioni, le ricerche popolari
e le altre cazzate;
e finalmente non sopporto le vostre donne liberate
con cui voi discutete democraticamente
sono diverso perché quando è merda è merda
non ha importanza la specificazione:
autisti di piazza, studenti, barbieri, santoni, artisti, operai,
gramsciani, cattolici, nani, datori di luci, baristi,
troie, ruffiani,
paracadutisti, ufologi...

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.




mercoledì 10 febbraio 2010

Saremo mai capaci di amare?




Giorgio Gaber

QUANDO SARO' CAPACE D'AMARE


Quando sarò capace d'amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
né di far l'amore con mia madre in sogno.

Quando sarò capace d'amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino.

Quando sarò capace d'amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensiero.

Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa.

Quando sarò capace d'amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei.

Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro.

Quando sarò capace d'amare
farò l'amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.

E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l'animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo.

Quando sarò capace d'amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere

un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso.

Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.

Così vorrei amare.

venerdì 5 febbraio 2010

SI RINASCE




Ho ancora la forza che serve a camminare,
picchiare ancora contro per non lasciarmi stare
ho ancora quella forza che ti serve
quando dici: "Si comincia !"

E ho ancora la forza di guardarmi attorno
mischiando le parole con due pacchetti al giorno,
di farmi trovar l? da chi mi vuole
sempre nella mia camicia...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'?
e al mondo sono andato,
dal mondo son tornato sempre vivo...

Ho ancora la forza di starvi a raccontare
le mie storie di sempre, di come posso amare,
di tutti quegli sbagli che per un
motivo o l'altro so rifare...

E ho ancora la forza di chiedere anche scusa
o di incazzarmi ancora con la coscienza offesa,
di dirvi che comunque la mia parte
ve la posso garantire...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'?
nel mondo sono andato,
dal mondo son tornato sempre vivo...

Ho ancora la forza di non tirarmi indietro,
di scegliermi la vita masticando ogni metro,
di far la conta degli amici andati e dire:
" Ci vediam pi? tardi ..."

E ho ancora la forza di scegliere parole
per gioco, per il gusto di potermi sfogare
perch?, che piaccia o no, ? capitato
che sia quello che so fare...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'?
col mondo sono andato
e col mondo son tornato sempre vivo...

martedì 2 febbraio 2010

La voglia di Piangere




In giardino il ciliegio è fiorito agli scoppi del nuovo sole,
il quartiere si è presto riempito di neve di pioppi e di parole.
All' una in punto si sente il suono acciottolante che fanno i piatti,
le TV son un rombo di tuono per l' indifferenza scostante dei gatti;
come vedi tutto è normale in questa inutile sarabanda,
ma nell' intreccio di vita uguale soffia il libeccio di una domanda,
punge il rovaio d' un dubbio eterno, un formicaio di cose andate,
di chi aspetta sempre l' inverno per desiderare una nuova estate...

Son tornate a sbocciare le strade, ideali ricami del mondo,
ci girano tronfie la figlia e la madre nel viso uguali e nel culo tondo,
in testa identiche, senza storia, sfidando tutto, senza confini,
frantumano un attimo quella boria grida di rondini e ragazzini;
come vedi tutto è consueto in questo ingorgo di vita e morte,
ma mi rattristo, io sono lieto di questa pista di voglia e sorte,
di questa rete troppo smagliata, di queste mete lì da sognare,
di questa sete mai appagata, di chi starnazza e non vuol volare...

Appassiscono piano le rose, spuntano a grappi i frutti del melo,
le nuvole in alto van silenziose negli strappi cobalto del cielo.
Io sdraiato sull' erba verde fantastico piano sul mio passato,
ma l' età all' improvviso disperde quel che credevo e non sono stato;
come senti tutto va liscio in questo mondo senza patemi,
in questa vista presa di striscio, di svolgimento corretto ai temi,
dei miei entusiasmi durati poco, dei tanti chiasmi filosofanti,
di storie tragiche nate per gioco, troppo vicine o troppo distanti...

Ma il tempo, il tempo chi me lo rende? Chi mi dà indietro quelle stagioni
di vetro e sabbia, chi mi riprende la rabbia e il gesto, donne e canzoni,
gli amici persi, i libri mangiati, la gioia piana degli appetiti,
l' arsura sana degli assetati, la fede cieca in poveri miti?
Come vedi tutto è usuale, solo che il tempo stringe la borsa
e c'è il sospetto che sia triviale l' affanno e l' ansimo dopo una corsa,
l' ansia volgare del giorno dopo, la fine triste della partita,
il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa... che chiami... vita...

lunedì 1 febbraio 2010